Un successivo momento d’oro iniziò a partire dagli anni Cinquanta, quando la funivia venne rinnovata e il monte divenne una meta privilegiata per gli sport invernali nei dintorni di Merano, grazie anche ai nuovi impianti di risalita. In quegli anni Monte San Vigilio era animato da gare, eventi e giornate di festa sulla neve; la seggiovia accompagnava gli sciatori sui pendii dolci dell’altipiano e lo sci faceva parte integrante dell’esperienza invernale del luogo.
Oggi, però, sciare qui non è più possibile. Le condizioni climatiche sono mutate, la neve non è più garantita e, con il tempo, sono scomparsi anche gli impianti, le scuole di sci e l’attività sportiva organizzata. Rimane la memoria di quella stagione, impressa nel paesaggio e nei racconti, come traccia di un’epoca che ha segnato profondamente l’identità del monte. Il ritmo del luogo si è così trasformato: dove un tempo si cercava la discesa, oggi si coltiva la lentezza; al posto della velocità, il silenzio. Monte San Vigilio si offre ora come spazio di contemplazione, di cammino e di ascolto della natura, invitando a vivere l’inverno in modo più essenziale e consapevole.
Oggi, come allora, gli escursionisti trovano un ambiente vergine e salutare. Qui le automobili non circolano. Non sono molte le località montane dove si possa camminare senza che un’auto sfrecci rumorosamente accanto. Dalla stazione a monte si diramano numerosi sentieri con pendenze alla portata di tutti, che conducono alle malghe, aperte anche nei mesi invernali.
In questa stagione il piacere dell’andare a zonzo si accompagna al gusto di concedersi momenti di ristoro nelle locande disseminate sul monte. Un piatto caldo, una fetta di torta o Apfelstrudel, un bicchiere di buon vino non possono mancare una volta raggiunta la meta. È così appagante passeggiare sull’altipiano, con la neve battuta che scricchiola sotto gli scarponi. Anche con le ciaspole, che si affittano presso la stazione a valle, o praticando il nordic walking, si può sperimentare appieno il piacere della lentezza.
Una passeggiata classica con le racchette da neve conduce alla scenografica chiesetta di San Vigilio, risalente a circa il 1100, dalla quale il monte prende il nome. Le mura dell’edificio preromanico, affiancate dal campanile, conservano un fascino misterioso. Si dice che la chiesa, che custodisce splendidi affreschi del XIV secolo, sia stata edificata su un luogo sacro di epoca preistorica. Sul monte sono stati rinvenuti reperti dell’età della pietra con tracce di antichi riti, così come coppelle dell’età del bronzo, con incisioni mai decifrate, lungo i sentieri. C’è anche chi sostiene che da questo sito si sprigioni un’energia particolare, che racchiude in sé storie lontane.